Avete notato il “sistema” informativo quanto è ondivago nei decenni?

Una volta siccome al governo non c’era la destra, uno straniero uccideva una donna e giù con dagli allo straniero e alla migrazione.

Oggi abbiamo un doppio fattore, ovvero governo di destra e retorica transfemminista radicale che vi si oppone, due facce isteriche e pre politiche con strumenti di analisi scarsi.

Notizia di questi giorni. Ecco che purtroppo una donna, incinta, viene uccisa in casa, in Veneto, da un uomo che la perseguita. L’eco è molto ridotto, la notizia va ai tg nazionali, ma non si sta verificando una mobilitazione analoga come per la Cecchettin, non ci sono parenti che lanciano proclami sul patriarcato, e l’uomo è un esterno al nucleo familiare, un kosovaro.

Conviene a un governo in carica, sicuritario di destra, enfatizzare un caso di cronaca che smentisce anni di propaganda a loro favore sul fatto che non si può, come hanno fatto loro per anni, accusare chi governa di ogni cosa che accade nel paese che sia legata a cittadini non comunitari? No, non gli conviene, al massimo Zaia (e se ci arriva lui…) si espone con lutto regionale e va bene così.

Conviene al circuito transfemminista radicale, che assolutizza il problema “di genere”, senza collegarlo alle molte altre contraddizioni, basandosi su un senso di colpa peloso, mentecatto, da affibiare a chiunque sia uomo, per sostituire il potere che definiscono patriarcale con un altro potere?
No che non gli conviene. O meglio, sicuramente un comunicato, un trafiletto, verrà scritto. Ma in piazza in tutta Italia per questa povera donna non si scenderà, la storia mette in luce un altro problema scomodo, per noi sinistra, ovvero che in Italia chi arriva viene da paesi dove, diciamolo, non è che sempre le donne godano di grande rispetto, e fatte salve tutte le considerazioni su eccezione, brave persone che sono la stragrande maggioranza ecc., diciamo che nel fenomeno migratorio statisticamente il fatto che qualche elemento problematico già in quei paesi può arrivare qui da noi ha una maggiore probabilità, se non altro per ragioni proprio di sfuggire a condanne sociali nei paesi d’origine.

Il tema della violenza, non mi stancherò mai di ripeterlo, è complesso e difficile. Come già ripetuto altre volte in altri articoli e commenti, il maschio agente fisico della violenza è un dato indubbio, è un problema col quale il maschio deve fare i conti. Ma se continuiamo a dire che è colpa e basta, siamo alla reazione rabbiosa che non spiega e non porterà a nulla. Nel sistema violenza ad agire sono prevalentemente – ma non solo – uomini, e al contempo a morire sono comunque in maggioranza uomini.

Dentro questo sistema (guerra, violenza diffusa, sfruttamento sul lavoro, rapporti di famiglia) esiste il problema della violenza di genere, che ha sue dinamiche e trova percentuali invertite. Se continuiamo a fare slogan, tifo emotivo del momento, generalizzazione senza avere minimi elementi di cultura sociologica (Elodie per esempio durante i suoi concerti ultimamente si espone molto, poi con quali competenze questo è tutto da vedere) per fare esempio di massa, non so se risolveremo il problema perché ogni cosa repressa senza scioglierne i nodi trova sfogo in un altro problema.